Riverdale – Recensione 4×01 “In Memoriam”
Siamo tutti di nuovo in quel di Riverdale, la cittadina il cui protagonista principale è sempre stato il trash, eppure non abbiamo più la voglia di ironizzare, scherzare, non nel momento in cui non si tratta più di un semplice episodio fittizio ma di realtà, di rendere omaggio non solo ad un personaggio ma ad un meraviglioso attore, ad una meravigliosa anima che, purtroppo, ha lasciato questo mondo troppo presto e a cui avevo dedicato un tributo in quel triste giorno.
Avremo tempo per ridere, per occuparci di tutti i lati che non ci piacciono dello show o quelli davvero troppo trash ma ora è il tempo di ricordare e di elogiare Luke Perry e Fred Andrews, con un sorriso sulle labbra e tante lacrime a contornarci il viso, come è giusto che sia.
Il tempo è un bell’amico, scandisce le nostre giornate, si colora di tante emozioni spiegabili o meno a parole, è il nostro compagno fedele, ci fa capire quanto sia meravigliosa la vita e quanto sia una ricchezza e un bene prezioso essere in vita, poter vivere con le persone che amiamo e poter essere fieri di ciò che siamo e saremmo stati.
Ma è anche un nemico tiranno e crudele che può fermarsi bruscamente impedendoci di realizzare i nostri sogni, di salutare le persone che abbiamo a cuore e di poter continuare a vivere.
Ed “In Memoriam” ha voluto mostrare proprio questo.
Archie era con i suoi amici da Pop’s intento a far colazione e a preparare il carro per la Parata del 4 luglio, era felice, sorridente e non vedeva l’ora di realizzare i propri piani di campeggio con Betty, Jughead e Veronica, non era per nulla preparato ad una notizia del genere come nessuno lo è stato e lo sarà mai e nel momento in cui risponde alla chiamata del padre e non sente la voce dell’uomo che gli ha insegnato tutto vacilla, non riesce a realizzare cosa sia successo, non vuole crederci, non ha più i riflessi pronti e crolla sul pavimento seguendo la discesa del proprio cellulare senza poterselo impedire. Il tempo si è fermato e non ha più la forza e la lucidità di ragionare, sbarra gli occhi e vede scorrere un’ondata di dolore incapace di arrestarsi che lo investe e lo travolge rendendolo muto e sordo, incapace di respirare.
La scelta di far iniziare l’episodio nella normalità per poi farla squarciare dal fulmine a ciel sereno della morte di Fred ha reso perfettamente l’idea di inaspettato, di notizia che distrugge, che disintegra e che devasta l’animo ed il cuore umano, una persona speciale che muore nell’atto di aiutare qualcuno invisibile agli occhi dell’indifferenza della gente sicuramente un eroe. Un essere umano che non ha alcun dubbio e si butta in mezzo alla strada con macchine che sfrecciano ad una velocità inaudita pur di salvare un altro essere umano che non conosce solo perchè è un essere vivente è più unico che raro.
Credo mi abbia distrutto di più conoscere la dinamica scelta per far uscire di scena Luke Perry e Fred Andrews che il funerale in sè messo in scena in “In Memoriam”.
Anime così pure non esistono più al mondo e mostrare un gesto del genere è stato quasi un monito di umanità che difficilmente dimenticherò e sono certa che Luke sia fiero della crew di Riverdale e del cast che lo ha tanto amato nel cui cuore continuerà a vivere per il resto dell’eternità.
Il tocco in più è stato sicuramente il cameo di Shannen Doherty, storica amica e co-star di Luke, che mi ha, letteralmente, spezzato il cuore.
Ho sentito sulla mia pelle la sofferenza, lo smarrimento, la rabbia, la desolazione e la frustrazione provate da una donna grata di essere ancora viva ma infinitamente in colpa per essere stata la causa indiretta della morte di un uomo, di un padre, di un amico, di un mentore che avrebbe ancora dovuto avere tanto tempo da vivere.
Il tempo, questo caro vecchio amico/nemico.
Il tempo, quello trascorso da Vegas sul ciglio della porta di casa in attesa del proprio papà umano che, purtroppo, non varcherà più quella soglia.
Il tempo necessario per poter riportare il corpo del proprio padre nella città che l’ha visto nascere e crescere.
Il tempo che servirà ad Archie per ricominciare a vivere.
Il tempo dedicato da un’intera cittadina ad un uomo che è stato e continuerà ad essere la stessa Riverdale.
Il tempo vissuto, reso ancor più prezioso dal non poterne vivere altro insieme.
Non c’è bisogno di tante parole per questo episodio, ogni emozione ha bucato lo schermo, ha reso potente lo scoppio delle nostre lacrime, tanto quanto quello dei fuochi d’artificio che hanno illuminato la volte oscura del cielo per farci ricordare che lassù, da qualche parte tra le stelle, c’è una stella che brilla.
I simbolismi di questo “In Memoriam” hanno reso il tutto ancor più speciale ed indimenticabile, ci sono state lacrime vere, un vero e sentito tributo a Luke Perry e la voce narrante di Jug insieme a quella melodiosa di Josie hanno donato una chiosa d’effetto alla storia di un personaggio e alla storia di un attore, di un uomo che però continueranno a vivere nella storia di ognuno di loro, di ognuno di noi.
Grazie Riverdale per aver fatto conoscere Luke alla nuova generazione, grazie Luke per aver reso Fred reale e non solo un personaggio.
Alla prossima recensione, non credo sia il caso chiudere queste mie parole sull’episodio “In Memoriam” con il mio solito voto,i miei soliti bonus, la mia solita ironia che non mi permetterei mai di usare perchè non si adattano al contesto, al momento e al rispetto dovuto alla famiglia di Riverdale e alla famiglia di un uomo che non c’è più.
Ogni cosa ha il suo tempo e questo è il tempo di riflettere e di apprezzare il dono della vita ed il tempo a nostra disposizione, utilizzare qualche minuto in più per esprimere un giudizio numerico o per inserire meme, battute o riferimenti ironici e sarcastici mi sembra solo dissacrante e di cattivo gusto.
State tranquilli, la mia ironia ritornerà nelle recensioni dei prossimi episodi.
Uno show è solo uno show ma questa volta di show non ho visto proprio nulla.
Un bacio grande e, arrivederci Luke, “In Memoriam” è per te.
(Andate su Tumblr per tutte i meravigliosi post per Luke e l’episodio)
Irene